Caravaggio e Roma. Immagini dalla mostra alle Scuderie del Quirinale

Pubblicato: 2 marzo 2010 in 1

Il più amato, il più affascinante dei pittori: Michelangelo Merisi da Caravaggio,  e per lui gli aggettivi sembrano non bastare mai. In quest’anno che coincide con il 400° anniversario della sua morte ne sentiremo parlare molte volte, e molte volte la sua opera così come quell’inseguirsi di gloria e di profondità infernali che fu la sua vita saranno raccontate da esperti più o meno illuminati, da voci più o meno autorevoli. Libri, spettacoli teatrali, mostre, conferenze arriveranno a scandire i mesi a venire riportando il tempo al 18 luglio del 1610, quando a 39 anni il genio si spense. Solo, in fuga, consumato dalle febbri della malaria e come unico conforto le cure della Confraternita di Porto Ercole.

A Roma il pittore visse gli anni più importanti, tra il 1592 ed il 1606; a Roma ricevette le commissioni che lo resero celebre, qui visse lo scandalo, qui restano tanti suoi capolavori: nelle chiese di San Luigi dei Francesi, di Santa Maria del Popolo, di Sant’Agostino e poi ai Musei Capitolini ed alla Galleria Borghese. Caravaggio non dipinse molto, “una quarantina di quadri”, suggerisce il soprintendente per i Beni Artistici e Storici di Roma, Claudio Strinati. Forse perché  in lui la vita finitì spesso con l’avere il sopravvento. Se dunque a Caravaggio sono bastate 40 opere per cambiare per sempre la storia dell’arte, al pubblico basterà la grande mostra alle Scuderie Quirinale per ritrovare  la summa stessa del suo genio; una ventina di opere in arrivo da celebri musei di tutto il mondo in esposizione a partire dal 16 febbraio. Solo dipinti di attribuzione “certissima” e niente “lavori di bottega”. Come corollario tutt’altro che secondario, i Caravaggio custoditi da sempre nelle chiese romane. E tutto fa dire che nel 2010 lo spirito del grande pittore lombardo si ricompone nella città che più amò.

LA MOSTRA

Ideata da Claudio Strinati, la mostra propone una carrellata di quadri straordinari che rappresentano l’intera carriera artistica del Merisi. Il percorso tenderà ad esaltare il confronto tra tematiche e soggetti uguali. Così accanto a Ragazzo con il canestro di frutta, una delle più importanti opere giovanili, si vedrà il Bacco degli Uffizi, dove Caravaggio dipinse un’altra eccelsa natura morta, due opere che mai sono state messe prima a confronto diretto, senza contare l’eccezionale presenza della Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana, mai uscita prima dalla sua sede. Questo confronto diretto tra soggetti caravaggeschi vuole essere il fil rouge della mostra. E quindi ancora, in ambito sacro, si vedranno, messe a confronto alcune delle grandi pale d’altare romane e altre del periodo siciliano, tra cui il Seppellimento di Santa Lucia, quasi dipinta in articulo mortis, e che rappresenta il punto estremo della tragica parabola esistenziale del Merisi. E poi accanto a opere conosciutissime e ben visibili – come le due versioni della Cena in Emmaus rispettivamente dalla National Gallery di Londra e dalla Pinacoteca di Brera o ancora i Musici dal Metropolitan Museum di New York con il Suonatore di liuto dall’Ermitage e l’Amore vincitore dalla Gemaldegalerie di Berlino o le tre versioni del San Giovanni Battista rispettivamente dai Musei Capitolini e dalla Galleria Corsini di Roma, e dal Nelson-Atkins Museum di Kansas City – altre più rare e di difficoltosa visione, perché raramente concesse per mostre a carattere temporaneo, come la Deposizione dai Musei Vaticani, l’Annunciazione dal Museo di Nancy, restaurata per l’occasione in un progetto congiunto Italia-Francia o anche l’Incoronazione di Spine dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Dice della mostra lo storico dell’arte e direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci: <<…Quel pittore “famoso” ed “eccellentissimo” che mutò l’arte del “ritrarre dal naturale”[…] ; che insegnò all’Italia e all’Europa la grande e moderna rivoluzione del Vero visibile svelato dalla luce come sa ognuno di noi, quel pittore, nel quarto decennio della sua morte, doveva essere onorato con una mostra “nazionale” e “patriottica”. La città non poteva essere altra che Roma, la Roma che Caravaggio abitò e dove si conservano i suoi dipinti più celebri […]>>.

I Musici (Moma-New York)

Suonatore di Liuto (Hermitage - San Pietroburgo)Il suonatore di liuto (Hermitage – San Pietroburgo)

Bacco (Uffizi - Firenze) Bacco (Uffizi – Firenze)

Giuditta e Oloferne (palazzo Baberini – Roma)

Cena in Emmaus (National Gallery – Londra)

Amor vincit omnia (Galleria nazionale – Berlino)

Canestro di frutta (Galleria Ambrosiana – Milano)

San Giovanni battista (Galleria Borghese – Roma)

San Giovanni Battista (The Nelson-Atkins Museum of Art – Kansas City)

Deposizione (Musei Vaticani)

Amorino dormiente (Galleria palatina – Firenze)

Conversione di Saulo (Collezione privata – Roma)

Incoronazione di Cristo (Kunsthistorisches Museum – Vienna)

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