Ottobre Piovono Libri

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Il progetto

Il 2009 è l’anno della celebrazione del bicentenario della nascita del celebre naturalista Charles Darwin e del centocinquantenario della pubblicazione dell’opera “L’Origine delle specie”. La Biblioteca Comunale Abate Alano, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Fara Sabina e l’Associazione Culturale farArte vogliono celebrare l’anno darwiniano proponendo uno spettacolo-laboratorio per i bambini e i loro genitori nell’ambito della manifestazione ministeriale Ottobre piovono libri 2009.

Partendo dal testo In viaggio con Darwin di R. Benetti e G. Crivellente (Verona 2008), si propone, in modo semplice e divertente, uno spettacolo-laboratorio che possa far avvicinare i bambini ad un tema complesso e solo apparentemente lontano dalla loro realtà quotidiana. Attraverso canzoni e brevi storie, si ripercorrerà la vita di Darwin, affrontando il tema del viaggio, dell’ereditarietà, dell’adattamento delle specie e del mimetismo. Due saranno i laboratori svolti durante il racconto: Sulla rotta del Beagle e A ognuno il suo.

Al termine dell’attività ad ogni bambino sarà consegnato l’attestato di esploratore, un taccuino e una matita per poter annotare tutto ciò che incontrano lungo la loro strada e una cartina per segnare i loro viaggi.

Destinatari e durata del progetto

Il progetto “In viaggio con Darwin” è rivolto ai bambini di età compresa tra i 5 e i 9 anni con i loro genitori.

E’ previsto un incontro presso i locali della Biblioteca Comunale “Abate Alano” di Passo Corese della durata di due ore circa.

Obiettivi

Il progetto si pone l’obiettivo di favorire la conoscenza reciproca dei bambini, la comunicazione, l’ascolto, il “fare” insieme ai rispettivi genitori, la conoscenza di un nuovo personaggio che entra a far parte del loro mondo, favorire l’approccio con il mondo artistico e far comprendere il valore che esso ha; mettere dunque la conoscenza a misura dei destinatari, delle loro pre-conoscenze e delle competenze. Confrontarsi con gli altri: raccontare, descrivere, dialogare scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e suggestioni; avvicinare un argomento scientifico in modo multidisciplinare; incontrare il fatto storico a partire dal confronto col quotidiano, per stimolare la curiosità e sollecitare rinvii al presente. Offrire una modalità di apprendimento che utilizza i criteri teorici e le soluzioni pratiche del modello laboratoriale.

IL MANIFESTO DELLA DIDATTICA DI FARARTE

Le più recenti acquisizioni delle scienze della formazione e dell’educazione pongono l’accento sul processo di insegnamento-apprendimento spostando l’attenzione dalla trasmissione di contenuti disciplinari ai processi di produzione di conoscenza che vedono sempre più protagonisti le figure dell’insegnante e dell’allievo e la qualità della relazione didattico – educativa.

L’apprendimento, dal carattere di attività prevalentemente cognitiva, si è aperto alle aree delle capacità e delle competenze richiedendo l’organizzazione di contesti privilegiati dove i soggetti che li abitano hanno la possibilità di interagire e partecipare attivamente alla costruzione del sapere.

Messa da parte la trasmissione dei contenuti del programma ministeriale, dalla programmazione per obiettivi – che ha introdotto la pianificazione dell’attività didattica con la prospettiva di far acquisire specifiche conoscenze disciplinari e che in buona parte conserva la struttura tradizionale – si approda al progetto educativo che, articolando spazi e tempi, codici e strumenti, genera il contesto materiale dell’attività didattico – educativa in grado di produrre conoscenza.

Così pratiche di organizzazione di spazi, gestione di tempi, uso di codici, manipolazione di oggetti, educano corpi, elaborano significati, producono e manifestano cultura.

La didattica d’aula incardinata sulla lezione frontale, essenzialmente fondata sul metodo espositivo, che sancisce la trasmissione del sapere facendolo scaturire dal modello posseduto dall’insegnante e che l’allievo riceve e può solo rielaborare, è così superata dalla didattica di laboratorio che propone un modello di innovazione scolastica totale.

Il laboratorio non è da identificarsi esclusivamente col luogo fisico degli esperimenti dimostrativi o delle esercitazioni delle diverse discipline. Anche se questo ne costituisce una possibile declinazione, il più delle volte rappresenta un’appendice o un completamento della didattica tradizionale.

La didattica di laboratorio, invece, favorisce un insegnamento basato sulla ricerca e  sperimentazione dove si apprende attraverso la scoperta, viene suscitata curiosità e si promuove la motivazione e la partecipazione attiva degli allievi, prestando attenzione e dando significato alle loro conoscenze pregresse. È un contesto di apprendimento che costruisce conoscenze attraverso il confronto e la risoluzione di nuovi problemi e consente di rispettare i diversi stili cognitivi e diversificare gli apprendimenti. Una modalità che promuove la didattica collaborativa e l’apprendimento cooperativo, educa all’esperienza di gruppo e coinvolge la dimensione corporea nel processo di apprendimento, riferita non solo alla manipolazione di strumenti ma anche al vissuto e alla partecipazione emotiva.

Accanto a questi aspetti, nella didattica di laboratorio gli elementi fondamentali del dispositivo scolastico, spesso dati per scontati, assumono nuovi significati e acquistano maggior efficacia ricostruendo la specificità del contesto e dell’azione educativa della scuola.

Lo spazio scolastico acquisisce una sua precisa identità attraverso esperienze specifiche, qualitativamente differenti da quelle che possono compiersi altrove aprendo il pensiero a nuovi orizzonti di senso. Sarà lo spazio della scuola a determinare la nuova identità di ciò che vi entra e non il contrario. Per esempio, leggere il giornale con la classe, vedere un film o anche ascoltare una canzone in aula significa trasformare un’azione quotidiana in una significativa occasione di apprendimento. Da qui comincia la capacità della scuola che sa aprirsi al territorio senza farsi invadere da esso, confrontarsi e comunicare con altre agenzie conservando la peculiarità del suo orientamento educativo.

La didattica del laboratorio apre, inoltre, a una particolare dimensione temporale misurata dal processo di insegnamento-apprendimento e non solo dalla semplice scansione in ore di lezioni diverse e il più delle volte tra loro scollegate. Significa educare a una temporalità complessa articolata in ritmi, pause, sospensioni e riprese del lavoro, lentezza o rapidità di azioni che riproducono il quotidiano non replicandolo ma proponendolo in una sorta di finzione in grado di esplicitare i contenuti dell’azione educativa. Per insegnare a un bambino a scrivere non basta essergli di fronte e scrivere ma occorre usare un tempo della scrittura che permetta di spiegare come si sta facendo, che rallenta i movimenti consueti traducendo a livello verbale un’operazione che generalmente non lo richiede.

Questa dimensione spazio – temporale della didattica di laboratorio esprime anche una rinnovata presenza corporea motivata non soltanto dalla necessità di maggiore vicinanza e libertà di movimento, ma allo stesso tempo dall’interesse e il coinvolgimento emotivo nell’attività educativa.

Sviluppare la didattica impostando situazioni problematiche, organizzare il lavoro in chiave di ricerca e sperimentazione vuol dire guidare attività educative non riprodotte in serie ma che siano frutto di una operatività e progettualità continue e condivise.

Vanno individuati percorsi educativi ritagliati sulle caratteristiche individuali e di gruppo ricorrendo anche a conoscenze, abilità e saperi impliciti dei ragazzi. Si inducono questi a una qualità della presenza che si traduce in una viva partecipazione alle attività e in un significativo e motivato adattamento all’accadere educativo. Per esempio, leggere ad alta voce vuol dire percepire e articolare il corpo in un esercizio di ritmi, respirazione ei pause, che richiede concentrazione, controllo dell’emozione e che realizza l’apprendimento attraverso l’adeguamento corporeo allo svolgimento del compito.

Entra in questo gioco di adattamento continuo il confronto con i codici della formazione scolastica e i suoi strumenti che possono essere percepiti come risorse di conoscenza e crescita continue. Si impara a scoprire e usare i libri, i quaderni, a stare anche per ore nei banchi o nelle biblioteche, si sperimenta la pazienza, la lentezza, la cura che talvolta richiede l’apprendimento sia che avvenga attraverso una poesia o un’equazione chimica, si impara a leggere a scrivere e a far di conto e questo ci mette in relazione agli altri proponendo la nostra idea e decifrazione del mondo.

commenti
  1. […] informazioni sul laboratorio “In viaggio con Darwin” si possono trovare su http://www.fararte.wordpress.com, telefonando allo 0765/387033 o […]

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